Lipostruttura

Data pubblicazione: 19/02/2022
Dr. Tommaso Agostini


Indice

Cosa è la lipostruttura?

L’intervento di lipostruttura è conosciuto anche come lipofilling e rappresenta una procedura di chirurgia estetica relativamente nuova che consiste nel prelievo di tessuto adiposo da zone in cui è in eccesso (sede donatrice) a altre aree del corpo che si desidera migliorare (sede ricevente). L’idea di quest’intervento nasce dalla liposuzione, cioè dall’eliminazione del grasso in eccesso attraverso delle microcannule inserite in una certa area anatomica utilizzando piccolissime incisioni chirurgiche di 2-3 mm.

Non tutto il grasso re-iniettato con la lipostruttura è destinato ad attecchire e la sua sopravvivenza è legata principalmente all’operatore, richiedendo una delicata manipolazione del tessuto prelevato, un’attenta purificazione e un meticoloso posizionamento; per questo motivo la maggior parte dei chirurghi decidono di ottenere inizialmente un iper-correzione del difetto (fino al 50%, mediamente del 35%), in modo da avere risultati stabili e piacevoli. Affinché almeno la metà del grasso prelevato sopravviva è necessario che il letto ricevente sia normalmente vascolarizzato (aree cicatriziali avranno un riassorbimento maggiore), che la pressione negativa con cui viene prelevato il grasso sia bassa, che gli adipociti vengano manipolati con delicatezza, che l’iniezione avvenga su più strati utilizzando una cannula con diametro superiore a 2 mm.

La lipostruttura trova numerosissime indicazioni a livello del volto non solo per migliorare le rughe più profonde e rimpolpare i comparti adiposi che sono stati svuotati, ma anche per aumentare il volume delle labbra, degli zigomi, del mento e della regione malare, incluso il solco lacrimale; inoltre la lipostruttura trova indicazione per migliorare le cicatrici post-trauma o esito d’intervento chirurgico, ma anche per ringiovanire il dorso delle mani, valorizzare il décolleté, riempire i quadranti superiori delle mammelle, ridefinire e  migliorare la forma dei glutei.

La lipostruttura viene classificata in base ai tipi d’innesto adiposo che vengono eseguiti e in particolare possiamo distinguere:
- macrografts: si tratta d’innesti di tessuto adiposo che vengono iniettati utilizzando delle cannule di circa 2 mm di diametro, il cui effetto è in gran parte volumizzante ma anche ringiovanente; l’utilizzo di macrografts o macroinnesti avviene prevalentemente a livello di tutto il corpo tranne che a livello della faccia.
- micrografts: sono innesti adiposi iniettati utilizzando cannule di 0.7 mm di diametro con aghi di 23 gauge, quindi molto sottili, il cui effetto volumizzante e ringiovanente è bilanciato al massimo; i microinnesti sono utilizzati prevalentemente per il volto, quindi le labbra e le palpebre.
- nanografts: sono innesti adiposi ancora più sottili, dove l’effetto volumizzante diventa limitato ma l’effetto ringiovanente è potenziato al massimo; l’iniezione di nanoinnesti avviene utilizzando aghi supersottili di 27 gauge e il loro ambito d’applicazione è quello di contrastare gli effetti del cronoinvecchiamento e del fotoinvecchiamento a livello delle pelle del volto, ma anche a livello degli occhi, dove la principale indicazione rimane quella sul solco lacrimale (occhiaie) a livello del quale è anche possibile eliminare il colore bluastro di cui molti pazienti si lamentano.

Quindi, in base alla grandezza delle cellule innestate, cambieranno non solo gli strumenti chirurgici utilizzati, ma anche la profondità dell’innesto: i macrografts sono iniettati a livello del tessuto sottocutaneo, quindi profondamente, i micrografts a livello del derma profondo e i nanografts a livello del derma superficiale.

Oltre il 90% del volume del tessuto adiposo consiste di cellule chiamate adipociti e quasi il 50% è fatto di fibroblasti, periciti, matrice extracellulare e cellule staminali; nonostante inizialmente si pensasse che il grasso fosse principalmente una riserva energetica, numerosissimi studi recenti hanno dimostrato il potere rigenerativo del tessuto adiposo derivante proprio dalla presenza di cellule staminali e in particolare sull’angiogenesi (formazione di nuovi vasi sanguigni), sulla rigenerazione del tessuto nervoso periferico, aumento dello spessore e dell’elasticità cutanea, riesce a contrastare la fibrosi indotta da interventi chirurgici ma anche quella derivante da trattamenti di radioterapia.

La capacità rigenerativa del tessuto adiposo dipende appunto dalle cellule staminali, cioè cellule capaci di replicarsi e produrre cellule "figlie" che hanno funzioni specializzate; il tessuto adiposo umano ha la più alta percentuale di cellule staminali rispetto ad altri tessuti che compongono il corpo umano, con circa 5000 cellule staminali per ogni grammo di grasso, rispetto alle 1000 cellule per ogni millilitro di midollo osseo.

Nel 1997 è stato il chirurgo plastico americano Sidney Coleman a pubblicare la tecnica della lipostruttura sulla prestigiosa rivista Plastic and Reconstructive Surgery: tale tecnica prevede appunto il prelievo di tessuto adiposo attraverso una sottile cannula smussa atraumatica, quindi la centrifugazione del grasso prelevato e la successiva reiniezione del tessuto purificato utilizzando una cannula ancora più sottile. L’innesto del tessuto purificato avviene in modo meticoloso, utilizzando una tecnica multistrato tridimensionale in modo tale da favorire il massimo contatto con il letto ricevente, garantendo quindi il massimo attecchimento e il massimo risultato ottenibile.

Basi biologiche dell’intervento di lipostruttura

Nell’intervento di lipostruttura ci sono due tipi di cellule coinvolte, da una parte gli adipociti che hanno principalmente un effetto volumetrico e dall’altro le cellule staminali che hanno potere rigenerativo.

L’adipocita è la cellula costituente il tessuto adiposo, di derivazione mesenchimale, che ha funzione di riserva energetica e se ne distinguono due tipi, uniloculare e multiloculare; le prime hanno forma sferica con un liposoma centrale che decentra il nucleo cellulare conferendo il tipico aspetto a anello con castone al microscopio ottico e formano il tessuto adiposo bianco, quello più diffuso nel nostro organismo. Gli adipociti multiloculari hanno dimensioni inferiori rispetto alle uniloculari e hanno numerose gocce lipidiche ma con nucleo centrale e ricche di mitocondri che formano quello che si chiama grasso bruno, proprio per il colore che assume al microscopio ottico, la cui funzione è quella di termoregolazione.

L’adipocita deriva appunto da cellule mesenchimali pluripotenti che possono dare origine a diverse linee cellulari come i fibroblasti, osteoblasti, condroblasti, lipoblasti, mioblasti e neuroblasti. Queste cellule mesenchimali sono conosciute anche come ADSC cioè adipose derived stem cells e sono molto più numerose delle cellule staminali presenti nel midollo osseo.

La prima visita per l’intervento di lipostruttura

In sede di visita medica verranno valutate le indicazioni a sottoporsi all’intervento lipostruttura e in particolare per ringiovanire il volto, il dorso delle mani, il décolleté oppure eseguire riempimenti selettivi in zone carenti a seguito di un trauma accidentale o a seguito di un intervento chirurgico, aumentare il volume delle mammelle, glutei o polpacci ma anche migliorare la qualità della pelle del volto.

In base all’indicazione chirurgica saranno quindi valutate le sedi donatrici con particolare riguardo all’interno delle cosce, fianchi, addome, o cosce. Gli esami necessari per eseguire la lipostruttura consistono in comuni esami ematici con assetto glicidico, lipidico, coagulativo, esami di funzionalità epatica e renale, esame delle urine e infine elettrocardiogramma con visita cardiologica. Una volta eseguiti tutti gli esami, nel successivo controllo, saranno valutati i risultati e sarà confermata l’indicazione chirurgica con l’identificazione di una possibile data.

Prima dell’intervento di lipostruttura

La preparazione all’intervento di lipostruttura prevede l’attiva collaborazione da parte del paziente che deve iniziare con la sospensione del fumo di sigaretta e dei dispositivi elettronici e non, contenenti nicotina, a partire da almeno due/tre settimane prima della data programmata.

Devono essere sospesi anche tutti i farmaci che interferiscono con la coagulazione come antiaggreganti, anticoagulanti e farmaci anti-infiammatori non steroidei come ad esempio l’aspirina almeno quindici giorni prima. La terapia personale può essere continuata a meno di diversa indicazione dell’equipe chirurgica. È necessario comunicare tempestivamente qualsiasi sintomo parainfluenzale come nausea, vomito, diarrea, tosse, otite, febbricola, raffreddore, mal di testa al fine di programmare l’intervento nel momento più opportuno.

Rimuovere dal corpo tutti i monili compresi i piercing e smalto dalle unghie delle mani e dei piedi, soprattutto se di colore blu o viola. Provvedere ad un’accurata igiene personale utilizzando detergenti a base di disinfettanti come la clorexidina, sia la sera precedente che la mattina stessa dell’intervento di lipostruttura.

Il giorno prima provvedere ad un’attenta tricotomia della regione ascellare e pubica o comunque in base alle zone precedentemente concordate con il chirurgo, utilizzando preferenzialmente rasoi di tipo elettrico e non la lametta da barba.

Dalla mezzanotte del giorno prima è vietata l’assunzione di cibi solidi e liquidi, compresa l’acqua, che può comunque essere limitata a piccoli sorsi per assumere la terapia personale.

Premunirsi di un accompagnatore che provveda al trasporto presso la casa di cura sia per l’andata che per il ritorno e organizzarsi di conseguenza per non restare soli a casa durante almeno i primi tre giorni post operatori. Indossare indumenti comodi, rimanendo fortemente raccomandato il vestiario da casa, con tuta e scarpe da ginnastica.

Durata dell’intervento di lipostruttura

L’intervento di lipostruttura ha una durata variabile in base al numero delle aree anatomiche da trattare, in base alla quantità di tessuto adiposo da trapiantare e in base alla qualità della purificazione richiesta. Infatti, la lipostruttura del volto ha tempi operatori relativamente più lunghi, nonostante la quantità di grasso possa essere limitata e questo è da attribuirsi al processo di purificazione e centrifugazione del tessuto adiposo, che, una volta prelevato dalle sedi donatrici, necessita di essere frazionato più volte fino ad ottenere microinnesti (micrografts) o nano innesti (nanografts).

Ancora la lipostruttura del seno, pur richiedendo tessuto adiposo meno raffinato rispetto a quello del volto al fine di valorizzare l’effetto volumizzante, richiede maggior tempo proprio per la quantità di grasso da innestare. La tempistica dell’intervento di lipostruttura sarà quindi quantificata durante le visite mediche preoperatorie.

Lipostruttura in anestesia locale con sedazione o anestesia generale?

Generalmente si tratta d’intervento di chirurgia estetica che viene eseguito in anestesia locale con sedazione. L’intervento di lipostruttura inizia con una leggera sedazione grazie alla somministrazione per via endovenosa di farmaci specifici, quindi mentre il paziente dorme si procede con l’anestesia locale selettiva delle zone donatrici (interno ginocchia, fianchi, addome ecc) e quindi all’aspirazione del tessuto adiposo utilizzando micro cannule atraumatiche a punta smussa. A questo punto la sedazione viene alleggerita e si procede con la decantazione, la purificazione e la centrifugazione del grasso che hanno una durata variabile in base alla qualità della purificazione e alla quantità di tessuto necessaria. Una volta preparato il tessuto da reiniettare si procede, sempre in sedazione, all’innesto del tessuto nella zona ricevente. Il paziente appena finito l’intervento chirurgico è vigile e in grado di rispondere alle domande.

Come si esegue l’intervento di lipostruttura?

L’intervento di lipofilling o lipostruttura si esegue attraverso tre fasi fondamentali che in ordine sono la fase del prelievo, quella di purificazione e infine la reiniezione.

La prima fase del prelievo avviene attraverso piccole incisioni di circa 3 mm attraverso le quali si preleva il tessuto adiposo con cannule atraumatiche di piccolo calibro, collegate a una siringa Luer-Lock da 10 ml, in modo tale da esercitare una pressione negativa costante, non elevata, che non danneggi gli adipociti o che comunque ne limiti il danno durante il prelievo; nel caso in cui ci sia bisogno di prelevare maggiori quantità di tessuto adiposo si può procedere a utilizzare anche siringhe Luer Lock da 20 ml o 60 ml, come accade ad esempio per la mastoplastica additiva con grasso oppure nella correzione di difetti corporei post trauma o a seguito di cicatrici chirurgiche. Il principio fondamentale che deve guidare la fase di prelievo è che la pressione negativa con cui viene aspirato il grasso deve essere moderata e comunque sempre sotto controllo manuale e non d’apparecchi meccanici come l’aspiratore che invece generano una pressione che aumenta il processo d’apoptosi (morte cellulare programmata) e interferiscono inevitabilmente con il processo d’attecchimento cellulare e quindi con la percentuale di riassorbimento.

La seconda fase, della purificazione inizia sempre con la decantazione che viene eseguita posizionando le siringhe appena prelevate su un apparecchio specifico che prende il nome di decanter e che mantiene le siringhe in posizione eretta al fine di separare le diverse componenti, cioè in basso si andrà a sedimentare l’anestetico locale, nel mezzo ci saranno gli adipociti vivi, mentre nella parte più alta ci sarà uno strato oleoso, composto da adipociti morti durante la fase del prelievo.

Dopo la decantazione inizia il processo di purificazione che, come descritto da Coleman nel 1997, prevede la centrifugazione del grasso per 10 minuti a 3000 rpm, dove rpm sta per revolutions per minute ossia rotazioni per minuto; alla fine del processo di centrifugazione si otterranno siringhe con 3 strati che dal basso in alto sono: residuo di sangue misto a essudato, linfa e soluzione anestetica precedentemente iniettata di colore trasparente/rossastro, la parte di cellule adipose vive che sono di colore giallastro acceso, miste a cellule staminali di derivazione mesenchimale, a fattori di crescita e periciti; infine la parte oleosa, più alta, espressione della morte cellulare nel processo d’estrazione. A questo punto si conclude il processo di purificazione eliminando la parte più bassa e quella più alta e isolando quindi la porzione centrale delle siringhe che dovrà essere reiniettata.
Sulla fase della purificazione ci sono state numerosissime pubblicazioni dal 1997 che hanno messo in dubbio il processo di centrifugazione sostenendo che la morte cellulare fosse comunque più elevata rispetto ad altri metodi meno traumatici; è cosi che nascono altri metodi, sempre validi, come il filtering, cioè il filtraggio manuale del grasso prelevato attraverso una garza sterile o ancora il whashing, cioè il semplice lavaggio del grasso utilizzando soluzioni saline o soluzioni arricchite con glucosio fino anche a saltare del tutto questo passaggio chiave della lipostruttura per passare direttamente alla reiniezione.

L’ultima fase di iniezione avviene in modo meticoloso e preciso facendo uso di microcannule atraumatiche ancora più sottili di quelle utilizzate per il prelievo, dotate di una punta smussa a singolo foro d’uscita per la massima precisione durante l’innesto adiposo. Attraverso particolari connettori si trasferisce il tessuto adiposo purificato dalle siringhe di 10 ml a siringhe di 1 ml sempre Luer Lock, che collegate alle microcannule garantiscono il corretto posizionamento del grasso, che dovrà essere eseguito con una tecnica multistrato, cioè riempiendo tutti gli strati da quello più profondo a quello più superficiale, sia in senso anterogrado che retrogrado e con movimento a ventaglio, in modo tale da garantire la più ampia superficie di contatto possibile tra innesto e sito ricevente i cui vasi sanguigni dovranno nutrire le nuove cellule.

Al fine d’aumentare la percentuale di attecchimento delle cellule trapiantate mediante lipostruttura, si può procedere anche ad arricchire il tessuto adiposo con fattori di crescita derivati dalle cellule piastriniche (PRP): il procedimento viene eseguito sempre in sala operatoria e in contemporanea con la purificazione del grasso, iniziando con il prelievo di sangue da una vena periferica e quindi alla sua centrifugazione per 5 - 10 minuti sempre a 3000 rpm. La provetta alla fine del processo di centrifugazione è divisa in due strati, di cui quello più profondo di colore rossastro intenso e uno strato più superficiale di color giallo paglierino che contiene tutti i fattori di crescita e che può essere unito al tessuto adiposo al fine di massimizzare l’attecchimento.

Ripresa dell’attività dopo la lipostruttura

Subito dopo la dimissione è raccomandato fin da subito camminare compatibilmente con lo stato psico-fisico. Non si tratta di un intervento di chirurgia estetica, la lipostruttura, caratterizzato da dolore acuto ma solo fastidio nelle zone donatrici che si attenua con il movimento fisico e comunque della durata di 48 o 72 ore al massimo. A fine procedura viene applicata una medicazione speciale che si chiama Reston, cioè un cuscinetto di schiuma di poliuretano flessibile con una superficie adesiva ipoallergenica protetta da un foglio siliconato removibile subito prima dell’utilizzo; la superficie esterna non è abrasiva e permette una traspirazione ottimale evitando la macerazione. Il costituente principale è il poliuretano espanso cioè un materiale ipoallergenico (non contiene lattice), antistatico, radiotrasparente e con proprietà antibatteriche. L’applicazione di Reston ha numerosi vantaggi inclusa l’assenza di pieghe cutanee alla rimozione della medicazione, assenza di lividi (ecchimosi), la riduzione dell’edema post operatorio. Sopra al Reston vengono posizionate le guaine elasto compressive, che in base all’area anatomica cambiano di dimensioni e di forma in modo tale da essere il più confortevoli possibile. La medicazione così eseguita deve essere mantenuta in sede per 8-10 giorni in base al decorso. A meno di intolleranze particolari non è consentita la rimozione del Reston per tutta la durata stabilita alla dimissione, mentre le guaine elastiche possono essere rimosse momentaneamente solo per eseguire l’igiene intima. È possibile riprendere l’attività lavorativa già dopo pochi giorni l’intervento chirurgico di lipostruttura a meno che non si tratti di lavori che prevedono grosse movimentazioni manuali. L’attività fisica può essere ripresa dopo la medicazione e sempre dopo consultazione medica. È importante non prendere direttamente il sole nelle zone operate almeno per 15-20 giorni e successivamente applicando una crema con fattore di protezione 50 per almeno 3 mesi e questo al fine d’evitare eventuali discromie, cioè alterazione del colore della pelle causate dal viraggio del colore del sangue stravasato fuori dai vasi sanguigni per l’intervento chirurgico. I successivi controlli medici sono cadenzati secondo protocolli già prestabiliti a 1 mese, 3 mesi, 6 e 12 mesi.

Il risultato definitivo della lipostruttura

Al fine di prevenire il riassorbimento del tessuto adiposo innestato con la lipostruttura, i chirurghi in base alla loro esperienza personale tendono a ipercorreggere per una percentuale variabile da un minino del 30% ad un massimo del 50%, anche in base alla qualità del tessuto trapiantato e alla vascolarizzazione della sede ricevente. Subito dopo la medicazione sarà quindi del tutto normale vedere un’ipercorrezione che, anche con massaggi specifici, tenderà a diminuire nel tempo per stabilizzarsi in modo quasi del tutto definitivo verso il terzo mese. A questo punto è possibile fare una valutazione abbastanza attendibile del risultato della lipostruttura e potrà comunque essere possibile eseguire una seconda procedura chirurgica per migliorare il risultato precedentemente ottenuto. Il risultato ottenuto dopo una singola procedura chirurgica di lipostruttura o più interventi chirurgici è stabile e duraturo nel tempo soprattutto se il peso corporeo è stabile, evitando dimagrimenti rapidi.

Costo della lipostruttura

Il costo dell’intervento di lipostruttura comprende l’onorario dell’equipe chirurgica, inclusi chirurghi e anestesista, l’affitto della sala operatoria e la retta di degenza in regime di day-hospital o di ricovero. Le medicazioni e i controlli medici sono compresi nel preventivo. Il costo dell’intervento chirurgico di lipostruttura dipende da numerose variabili tra cui il numero delle sedi donatrici da sottoporre a prelievo, la quantità di tessuto adiposo da far decantare, purificare e quindi iniettare e infine il numero delle sedi riceventi. Nella stessa seduta operatoria è infatti possibile eseguire il trapianto di un quantitativo di grasso tale da eseguire l’intervento di mastoplastica con lipofilling con un aumento fino a due taglie. Può anche essere possibile eseguire una seduta di ringiovanimento generalizzato, come ad esempio ringiovanimento del volto con il ripristino dei comparti adiposi, ringiovanire il dorso delle mani e del décolleté. Inoltre è anche possibile eseguire l’intervento di lipostruttura con altri interventi di chirurgia estetica come la rinoplastica, la mastoplastica, la liposuzione, la blefaroplastica, il lifting viso, il lifting del collo, l’addominoplastica. Il preventivo preciso sarà rilasciato durante le visite mediche eseguite precedentemente all’intervento di lipostruttura.

Per dettaglio costi, vai alla pagina Costo Lipostruttura.

Complicanze della lipostruttura

L’intervento di lipostruttura non è gravato da complicanze di particolare gravità. Le complicanze possono essere divise a breve termine e a lungo termine in base alla tempistica di presentazione dall’intervento chirurgico e alla durata temporale.

I lividi o ecchimosi possono comparire sia nelle sedi donatrici che in quelle riceventi e fanno parte dell’intervento chirurgico di lipofilling; solitamente tendono a scomparire in massimo 15/20 giorni con la principale raccomandazione legata alla protezione solare al fine d’evitare alterazioni permanenti del colorito cutaneo.

Le sedi donatrici sono generalmente interessate da un edema post operatorio che si risolve in un tempo variabile da 3 a 6 mesi mentre le sedi riceventi saranno soggette al riassorbimento del grasso trapiantato che di solito si stabilizza intorno al terzo mese.

Anche l’ipoestesia, cioè la diminuzione della sensibilità delle zone operate è del tutto normale dopo l’intervento chirurgico di lipostruttura e si autorisolve nel giorno di 6/8 mesi.

Dopo la lipostruttura possono residuare delle zone d’irregolarità a livello delle aree donatrici, che possono consistere in ondulazioni, avvallamenti o accumuli di tessuto adiposo e che possono richiedere una successiva revisione chirurgica per la maggior parte delle volte in anestesia locale. A livello mammario ci possono essere quelle che prendono il nome di cisti oleose, cioè delle cisti ripiene di liquido oleoso, esito della necrosi cellulare del tessuto adiposo trapiantato; per questo motivo è buona norma, anche se non raccomandato o protocollato, far eseguire alla paziente un’ecografia mammaria al tempo zero, cioè prima dell’intervento chirurgico, in modo tale da avere una fotografia tessutale preoperatoria per poterla quindi confrontare con le ecografie post operatorie e non far sorgere dubbi clinici o strumentali di sospetto oncologico.

Infine è da prendere in considerazione la percentuale di riassorbimento del grasso trapiantato che può arrivare anche fino al 50/60% e dipendente sia dalla qualità del grasso trapiantato sia dalla qualità del sito ricevente che, nel caso in cui sia poco vascolarizzato come in esiti di trauma o radioterapia, può compromettere il buon esito dell’intervento chirurgico. Di particolare importanza riveste invece la lipostruttura a livello dei glutei, intervento per il quale le principali società di chirurgia plastica internazionali hanno emanato un comunicato rivolto a tutti i chirurghi plastici iscritti in cui si raccomanda l’iniezione del tessuto adiposo a livello superficiale, avendo cura d’evitare infiltrazioni profonde ma soprattutto intramuscolari a livello del muscolo grande gluteo, che essendo un muscolo antigravitario è ricco di grossi vasi sanguigni, potendo quindi esitare in patologie acute di grado elevato.

La scelta del chirurgo per la lipostruttura

L’intervento di lipostruttura o lipofilling è un intervento che deve essere eseguito da personale medico esperto e specializzato al fine d’evitare complicanze estetiche e/o funzionali. In primo luogo occorre verificare di rivolgersi a personale medico competente, rivolgendosi all’Ordine dei Medici della provincia di residenza oppure consultando il sito della Federazione Nazionale Ordine dei Medici Chirurghi alla voce ricerca anagrafica. Qui è possibile verificare con dati ufficiali l’Ordine dei Medici a cui è iscritto il professionista, l’Ateneo degli studi, il voto di laurea in Medicina e Chirurgia, il superamento dell’esame per l’esercizio della professione di medico chirurgo, eventuali diplomi di specializzazione ministeriale e infine master di primo e di secondo livello. A tal riguardo è necessario precisare che i master universitari non sono titoli equipollenti ai diplomi di specializzazione ministeriale conseguiti secondo gli standard europei, né da un punto di vista legale ma soprattutto da un punto di vista pratico; molto spesso i master durano poche settimane e non richiedono la frequenza obbligatoria quotidiana a differenza dei diplomi di specializzazione che durano dai 5 ai 6 anni, hanno obbligo di frequenza con cartellino ospedaliero, prevedono il superamento di numerosi esami, nonché attività clinico assistenziale sotto tutoraggio di personale ospedaliero. Il diploma di specializzazione in chirurgia plastica estetica ha una durata di 5 anni accademici e i chirurghi diplomati sono iscritti ad almeno una delle due società italiane di chirurgia plastica, cioè la SICPRE (Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica) e l’AICPE (Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica). Infine molti chirurghi plastici sono iscritti a società internazionali di prestigio che accolgono tra i loro soci esclusivamente i diplomati secondo le norme del Ministero della Salute: ISAPS (International Society of Aesthetic Plastic Surgery) e ASPS (American Society of Plastic Surgeons).

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